L’Italia trema contro la Macedonia del Nord ma riesce a spuntarla e si giocherà il proprio futuro nel match decisivo contro l’Ucraina, lunedì 20 novembre. La gara dell’Olimpico ha visto la Nazionale vittoriosa per 5-2, grazie a un Federico Chiesa in stato di grazia, autore di una doppietta che ha spalancato agli Azzurri le porte della vittoria. Prestazione di altissimo livello da parte del numero 7 della Juventus, che può servire da monito per Massimiliano Allegri, anche in vista degli impegni futuri.
“Quest’anno deve fare 14-16 gol“. Con questa dichiarazione Allegri aveva incoronato Chiesa a inizio stagione, parallelamente alla nuova collocazione tattica dell’attaccante bianconero, la cui nuova dimensione l’ha portato a giocare come seconda punta nel 3-5-2 della Juventus. Ebbene, nella sfida contro la Macedonia del Nord, l’ex Fiorentina è tornato nella sua posizione originaria, quella di esterno d’attacco, ed è stato il migliore in campo, trascinando gli Azzurri alla vittoria con due gol. La collocazione tattica in Nazionale sembra abbia giovato al classe 1997 che ha ritrovato il suo habitat naturale, dove sfoderare tutta la propria classe e la propria pericolosità.
Juventus, il ruolo di Chiesa
La partenza di Federico Chiesa in campionato è stata pressoché esaltante, di pari passo a un’alchimia sorprendente nata con il proprio compagno di reparto, Dusan Vlahovic. I due sono stati capaci di mettere a segno quattro gol a testa nelle prime cinque apparizioni della Vecchia Signora. Poi, l’indole difensiva della Juventus e un infortunio, hanno ridotto le opportunità e il minutaggio del numero 7. Nonostante ciò, l’intenzione di Max sembra essere quella di mantenere il proprio attaccante in quella posizione di seconda punta in cui è libero di svariare. Probabilmente anche per ragioni tattiche. Con il 3-5-2, Allegri ha trovato la quadra, blindando la difesa e limitando i rischi.
Resta il fatto che un giocatore imprevedibile come Chiesa rimanga irrinunciabile per una squadra che tende a mantenere basso il proprio baricentro. Ma Italia-Macedonia del Nord ha mostrato come il numero 7 dia il meglio di sé sulla fascia, ruolo che non ha mai smesso di amare, poiché gli consente di trovare spazio e di estraniarsi dal traffico in cui si trova spesso e volentieri imbottigliato in quella posizione di seconda punta. Qualità che con la Juventus fatica a far uscire, anche se la sua imprevedibilità e la capacità di aggredire gli spazi gli consentano sempre di risultare pericoloso.
Juventus, Chiesa on fire: possibile cambio modulo?
Già al suo primo anno in bianconero, Chiesa ha lasciato intravedere grandi giocate e l’abilità nel dribbling e nei gol partendo dalla fascia, replicando quanto già intravisto con la maglia della Fiorentina. Con il ritorno di Allegri, anche a seguito dell’infortunio, l’attaccante ha dovuto fermarsi, togliendo molta imprevedibilità, oltre che gol a una Juventus che faticava a vincere. Questa stagione era partita in maniera positiva, con la posizione di seconda punta che pareva essere un upgrade, specialmente in zona gol.
La doppietta messa a segno in Nazionale obbliga a rivalutare la collocazione tattica del numero 7 bianconero. In una Juventus con diversi infortunati, che fatica a esprimere un gioco fluido, mirando più alla distruzione della manovra altrui, è lecito pensare a un possibile cambio di modulo per valorizzare ulteriormente Chiesa. L’ultima parola spetterà, naturalmente, ad Allegri, che avrà anche il compito di trovare il giusto compromesso tra fantasia ed equilibrio tattico. Difficile aspettarsi una svolta contro l’Inter, ma in futuro non sembra un’eresia ventilare l’ipotesi di un cambio di modulo.