Se di base questa non è una sfida come tutte le altre, per qualcuno lo è ancora di più. Dal momento del suo approdo a Torino, Arkadiusz Milik era ben consapevole che, prima o dopo, avrebbe dovuto fare i conti con il suo passato. Un passato dal colore azzurro chiamato Napoli. Venerdì sera, quando la Juventus varcherà i cancelli dello stadio Maradona, il polacco si troverà di fronte quel pubblico, quella gente che lo ha amato e che ha amato per quattro stagioni e mezzo, ma questa volta con un casacca diversa. Sarà per la prima volta il “cattivo”, l’antagonista dei partenopei, come lo fu precedentemente un certo Gonzalo Higuaìn: stesso ruolo, stesso mestiere, ma anche stessa sorte? i tifosi bianconeri si augurano proprio di si.
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Juventus, Milik torna a Napoli: un storia tra gioie e sofferenze

Estate 2016. A Napoli è accaduto l’impensabile, Gonzalo Higuaìn lascia gli azzurri e firma un quinquennale da 7,5 milioni a stagione con la Juventus, gli odiati rivali. Un colpo durissimo, forse mai assorbito del tutto, e dunque ‘morto un papa se ne fa un altro’: serve un sostituto del Pipita. La scelta ricadrà su un semi sconosciuto Arkadiusz Milik, proveniente da ottime stagioni all’Ajax, il quale avrà il compito di far dimenticare, a suon di gol, il vecchio numero 9. Impresa che sembrerebbe impossibile già in partenza, e probabilmente lo era, eppure l’avvio di stagione 2016/2017 è di quelli che fanno sognare, con 7 gol tra campionato e Champions League. Il polacco è pienamente inserito nel sistema di Maurizio Sarri e per un attimo l’ombra dell’argentino parrebbe dissolversi: già, per un attimo. Ad inizio ottobre, il ginocchio di Arek, fa crak.
Sarà il primo di due infortuni molto gravi per Milik, avvenuti entrambi nello stesso periodo e che per mesi e mesi lo hanno costretto a restare lontano dai campi. Il Napoli, nel frattempo si reinventa l’attacco, con un Mertens straripante nel ruolo di falso nueve, ma manca a volte quel vero riferimento avanzato sempre avuto dai tempi di Cavani e Higuaìn. Il polacco era sulla strada giusta per raccoglierne l’eredità, distrutta inizialmente da un ginocchio. Una volta, però, guarito definitivamente, l’avvento di Carlo Ancelotti ha portato l’ex Ajax a prendersi, finalmente, una volta per tutte il cuore dei tifosi azzurri, nella maniera più semplice: facendo gol. Saranno 48 le reti siglate in maglia Napoli, un numero tutt’altro che negativo visto il suo cammino accidentale, prima di approdare al Marsiglia, fino alla tanto odiata Juventus, proprio come il Pipita. Facile pensare che Arek, venerdì, potrebbe diventare il nemico pubblico numero uno.
Juventus, Milik e Higuaìn: storie di amore-odio

Difficile dimenticare le accoglienze riservate a Gonzalo Higuaìn da avversario a Napoli e venerdì potrebbe toccare la stessa sorte ad Arkadiusz Milik. Ciò che, però, il polacco spera di ripetere, in questo caso, è il fatturato che il Pipita ha prodotto nei confronti contro il suo passato. 6 gol segnati, di cui 3 al San Paolo/Maradona, con la maglia della Juventus e tutti di peso specifico notevole, in particolar modo l’ultimo realizzato a Fuorigrotta in un Napoli-Juve 0-1. Era la stagione 2017/2018, i partenopei avevano la possibilità di allungare a +7 sui bianconeri, ma non fu della stessa intenzione la Vecchia Signora: assist al bacio di Dybala per il 9 argentino argentino e rete che ammutolisce il popolo azzurro. Un successo chiave per la nuova cavalcata verso il settimo scudetto consecutivo.

Milik, quel giorno, non era in campo, causa infortunio, e a fine campionato vide quella figura, a lui accostata tante volte, di Gonzalo Higuaìn alzare il trofeo tanto desiderato a Napoli. Ora, dopo tanti anni in cui il polacco è stato avvicinato più volte alla Juventus, i destini sembrano ripercorrere le stesse tracce e venerdì sera sarà il palcoscenico perfetto per Arek, per mettersi tutte le sofferenze passate alle spalle e far breccia ancor di più sui propri tifosi. Basterebbe fare ciò che gli riesce meglio soprattutto in partite come queste che non sono mai come tutte le altre: segnare. Servirà tutto Arkadiusz Milik per riaprire un discorso scudetto che fino a qualche mese fa appariva un’utopia; anche a costo di qualche fischio in più.